Alberto
Burri nasce a Città di Castello (Perugia) nel
1915.
Si laurea in medicina nel 1940. Quale ufficiale medico
è fatto prigioniero degli alleati in Tunisia
nel 1943 e viene inviato nel campo di Hereford, Texas.
Qui comincia a dipingere.
Tornato in Italia nel 1946, si trasferisce a Roma, deciso
a diventare artista. Nel 1947 tiene la sua prima personale
alla galleria La Margherita. Propone opere di carattere
figurativo. Ma l'anno successivo è già
impegnato nelle prime composizioni astratte: Bianchi
e Catrami. Nel 1949 realizza SZ1, il primo "Sacco"
stampato. L'anno successivo comincia le Muffe e i Gobbi.
Nel 1951 partecipa alla fondazione del Gruppo Origine,
con Ballocco, Capogrossi e Colla.
Nel 1952 espone per la prima volta alla Biennale di
Venezia e pone mano a Grande Sacco. Le mostre di Chicago
e New York del 1953 segnano l'inizio del successo internazionale.
Nel 1954 realizza piccole combustioni su carta. Continua
a utilizzare il fuoco anche negli anni successivi, realizzando
Legni (1956), Plastiche (1957) e Ferri (1958 circa).
Il 1955 è un anno cruciale. Torna per la prima
volta negli Stati Uniti e presenzia alla prima mostra
personale in un museo pubblico: l'Oakland Art Museum.
Due anni dopo, il Carnegie Institute di Pittsburgh gli
allestisce un'importante retrospettiva. Nel 1959 è
la volta del Palais des Beaux-Arts di Bruxelles. La
sua fama è ormai riconosciuta, e nel 1960 la
Biennale di Venezia gli dedica una sala personale.
Tra il 1961 e il 1969 realizza il ciclo di Plastiche
combuste.
Nel 1963 espone al Museum of Fine Arts di Houston. Nel
1965 vince il Gran Premio alla Biennale di San Paolo.
Sul finire degli anni '60 si trasferisce a Los Angeles.
In considerazione del suo successo, la Galleria Nazionale
d'Arte Moderna di Roma gli dedica una sala permanente.
Abbandonate le combustioni, nel 1973 inizia il ciclo
dei Cretti, che riprendono i Bianchi realizzati a cavallo
tra gli anni '40 e '50.
Nel 1976 inizia a lavorare ai Cellotex.
Al 1979 risalgono i Cicli, che domineranno tutta la
sua produzione successiva. Il primo, intitolato Il Viaggio,
viene esposto negli Ex-Seccatoi del Tabacco di Città
di Castello. Presenterà altri cicli a Firenze
(1981), Palm Springs (1982), Venezia (1983), Nizza (1985),
Roma, Torino (1989) e Rivoli (1991).
Nel 1981 viene inaugurata la Fondazione Burri in Palazzo
Albizzini a Città di Castello. In questi anni
Burri si dedica al progetto (interrotto nel 1989) del
Grande Cretto per la cittadina siciliana di Gibellina,
sconvolta dal terremoto del 1968.
Negli anni '80 vengono dedicate a Burri numerose esposizioni:
Documenta a Kassel (1982), Palazzo Citterio a Milano
(1984), Stabilimento Peroni e Università degli
Studi a Roma (1987).
Nel 1990 si apre, sempre a Città di Castello,
la seconda sede della Fondazione, presso gli ex-Seccatoi
del Tabacco.
Lasciata la California, Burri si trasferisce a Beaulieu,
in Francia, ma continua a frequentare Città di
Castello. Nel 1993 espone al Museo Internazionale della
Ceramica di Faenza, l'ultimo grande cretto in ceramica,
Nero e Oro.
Muore a Nizza nel 1995.
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