E'
nata nel 1977 a Torino, dove vive e lavora. Dopo due
anni di studi presso l'università di lettere
e filosofia di Torino, si è diplomata presso
l'Ecole Nationale de la Photographie di Arles; ha partecipato
nel 2003 al programma internazionale UNIDEE presso la
Fondazione Pistoletto di Biella. Ha esposto a Torino
ed in numerose collettive in Europa.
Le opere in mostra appartengono alla serie Exposure/Esposizione,
parola che rimanda sia all'essere esposti allo sguardo
in un luogo pubblico (oggetto quindi di osservazione
e giudizio), sia al tempo di esposizione della pellicola
alla luce affinché catturi la realtà (frutto
dunque di scelta e volontà): Chiara Pirito ha
atteso per dodici giorni allo stesso semaforo di Atene,
dal tramonto a tarda sera, i taxi in sosta e ha ripreso
con la telecamera i volti che si affacciavano al finestrino.
Ha quindi montato le immagini per un'istallazione video,
da cui ha poi tratto alcune espressioni, che costituiscono
singole opere. Dunque sono identiche l'inquadratura,
la prospettiva e la luce; cambiano i volti, campioni
di una scena che potrebbe ripetersi senza fine. Come
nei lavori precedenti, l'artista riflette sul tema dellapluralità/unicità
dei soggetti: qui lo spazio è il luogo del passaggio,
della sosta momentanea, del movimento, della condivisione
e dell'esclusione, poiché ogni volto viene allontanato
e come "spinto via" dall'auto successiva,
dal volto nuovo che arriva e si impone all'obiettivo
che cattura. I volti non sono, però, semplici
ritratti: colti di sorpresa, interrogano ansiosi e curiosi
la telecamera che li riprende e la domanda racchiusa
nello sguardo sembra chiedere un segno, un gesto allo
spettatore, che viene quindi catturato in un dialogo
di occhi inquieti che si alternano nei ruoli di attore
e spettatore. E il gioco dialettico potrebbe essere
infinito: dietro la trasparente difesa del finestrino,
confine labile e ambiguo tra la propria intimità
rubata e l'immagine pubblica che sfugge ad ogni controllo,
la nicchia rassicurante dell'abitacolo viene invasa
dall'esterno e i soggetti -che si credevano soli e ignorati-
si trovano, esposti e scoperti, a vivere per sempre
nella memoria di uno sguardo che rivela il più
profondo segreto. Ti guardo, dunque esisti.
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