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Nome:
Aura Rosenberg

E' nata a New York nel 1949, ma la sua famiglia ha radici berlinesi: infatti i suoi genitori lasciarono la Germania nel 1939 e trovarono asilo negli Stati Uniti. E' proprio alla ricerca delle sue radici che l'artista nei primi anni '90 sceglie di soggiornare a lungo a Berlino, dove poi è tornata ogni anno per vivere e lavorare.
Le 180 fotografie dell'importante ciclo "Infanzia berlinese" sono legate alla prospettiva narrativa di Walter Benjamin: prendendo spunti dai 42 schizzi letterari di Benjamin, l'artista ha ripercorso con cura maniacale i luoghi descritti, alla ricerca delle situazioni e delle atmosfere in cui erano ambientate le narrazioni del filosofo. Linguaggio, storia e immagine si intrecciano in una rievocazione del passato che consente ad Aura Rosenberg di ricostruire la storia della sua famiglia. In realtà l'artista registra la vita fatta di piccole esperienze della figlia Carmen, che allora aveva poco più di dieci anni, come ogni genitore potrebbe fissare per sempre con la macchina fotografica un momento di vita del suo bambino, ma qui l'intento è diverso: attraverso l'infanzia della figlia nei giardini e nellestrade di Berlino, l'artista desidera immaginare la vita che lei stessa avrebbe avuto se la propaganda nazista non avesse costretto i suoi a trasferirsi negli Stati Uniti.
Attraverso l'immagine di giardini, balconi, strade coperte dalla neve, abitazioni che rimandano l'idea di un caldo nido familiare e finestre che rubano dettagli al quotidiano, si dipana sotto gli occhi dello spettatore il fascino antico di una città fantasma, dove tutto racconta l'oggi ma rimanda alla vita di ieri: sono paesaggi della memoria attraversati da voci del passato, e se tutto sembra uguale è solo per poter dire che è diverso, e tutto è andato perduto.
Vetrine di negozi, aule di scuola, musei e teatri, stazioni e sale d'attesa di studi medici, bagni pubblici: ricostruendo fedelmente le storie di Benjamin, -e per quanto riguarda la fotografia nessun legame tra letteratura e arte è più riuscito di questo lavoro- l'artista si inventa un passato "possibile" e il luogo del reale diventa poesia di sogni e rimpianti, dove ogni immagine catturata velocemente ha il sapore di un ricordo personale.



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