Legata fin dagli anni '70 al gruppo Art & Language,
l'artista australiana (1951) usa un mezzo espressivo
apparentemente ingenuo e infantile, che rimanda però
a significati complessi: presentando ambienti privati,
schiudendo le porte ad una intimità appena accennata,
invita ad entrare in un mondo di richiami incrociati,
dove un'idea rinvia ad un'altra; solo la lettura globale
sembra consentire di ricostruire la trama, che resta
comunque labile e allusiva, in una continua scommessa
di giochi mentali con lo spettatore.
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